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Anziani e sonno fragile: quando la badante aiuta anche a dormire meglio

DiRedazione

Apr 15, 2025
anziano

Il sonno cambia con l’età. Lo sanno bene le famiglie che convivono con persone anziane: risvegli frequenti, difficoltà ad addormentarsi, insonnia precoce o sonnolenza diurna sono tra i disturbi più comuni dopo i 70 anni. In molti casi, queste problematiche si intrecciano con solitudine, ansia o condizioni croniche che peggiorano ulteriormente la qualità della vita. È qui che la figura della badante assume un ruolo chiave. In contesti come quelli gestiti daAES Domicilio Roma, realtà specializzata nella selezione di personale per l’assistenza domiciliare, emerge chiaramente quanto il supporto di una badante possa incidere non solo sull’organizzazione quotidiana, ma anche sul benessere psicofisico legato al sonno.

Il sonno nella terza età: fragile ma fondamentale

Con l’avanzare degli anni, il sonno diventa fisiologicamente più leggero e frammentato. Si riducono le fasi profonde, aumenta la sensibilità ai rumori, e spesso si anticipa l’orario in cui ci si sveglia. Questo non è sempre un problema, ma può diventarlo quando la qualità del sonno è talmente compromessa da portare a stanchezza cronica, irritabilità, perdita di lucidità o instabilità motoria.

Molti anziani evitano di parlarne, ritenendo l’insonnia una “normale” conseguenza dell’età. Altri, pur consapevoli, non hanno un riferimento stabile che li aiuti ad affrontare il problema. È qui che entra in scena il valore della presenza notturna o serale di una badante, capace di contribuire concretamente a creare condizioni favorevoli al riposo.

Routine, sicurezza e serenità: i tre pilastri del buon sonno

Dormire bene non è solo una questione di ore, ma di ambiente e abitudini. Le badanti formate sanno quanto sia importante aiutare l’anziano a mantenere una routine regolare, a evitare stimolanti nelle ore serali, e a svolgere piccole attività rilassanti prima di coricarsi. Un bagno tiepido, la lettura, una tisana, un po’ di musica dolce: sono gesti semplici, ma potenti.

Inoltre, per molte persone anziane, la sicurezza è ciò che permette di lasciarsi andare al sonno. La paura di cadere durante la notte, di non essere sentiti in caso di bisogno, o la confusione legata a stati cognitivi alterati, può generare uno stato di iper-vigilanza che ostacola il riposo. In questo contesto allora, la presenza di una badante restituisce serenità e fiducia.

Un supporto anche per chi soffre di disturbi del sonno

Nel caso di disturbi più complessi come l’insonnia cronica, la sindrome delle gambe senza riposo o l’apnea notturna, la badante può fungere da “sentinella” preziosa. Non si sostituisce al medico, ma è in grado di monitorare le abitudini, segnalare anomalie, aiutare l’anziano a rispettare eventuali indicazioni terapeutiche e – dove necessario – coordinarsi con i familiari o con il personale sanitario.

Anche la gestione dei farmaci per il sonno, se presenti, deve essere sorvegliata con attenzione. Un’assunzione non corretta o fuori orario può compromettere l’intero ciclo del riposo o portare a effetti collaterali indesiderati, come confusione mattutina o aumento del rischio di cadute.

Sonno e benessere mentale: un circolo virtuoso

Dormire bene non è solo un lusso, ma una vera necessità biologica e psicologica. Un buon riposo contribuisce a migliorare l’umore, la memoria, la stabilità emotiva e la capacità di affrontare la giornata. Al contrario, un sonno disturbato rende ogni compito più faticoso e può accentuare quadri di depressione, demenza o isolamento.

Grazie alla loro presenza discreta ma costante, le badanti rappresentano un elemento di stabilità nella routine dell’anziano, favorendo un clima di tranquillità che si riflette anche sul ritmo sonno-veglia. In molti casi, il semplice sapere che “c’è qualcuno” accanto è già sufficiente per dormire meglio.

Un beneficio che va oltre alla cura del corpo

In un mondo che invecchia rapidamente, il ruolo delle badanti nell’assistenza domiciliare non si limita alla cura del corpo, ma si estende al benessere globale della persona.

Perché prendersi cura di qualcuno, spesso, significa semplicemente restare accanto mentre dorme.